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La malattia secondo Ippocrate
Al centro della concezione di Ippocrate non c'era la malattia, che si spiegava in modo olistico, ma l'elemento più importante era l'uomo. Questo fece la fortuna della scuola ippocratica nei confronti della scuola rivale di Cnido, che invece era focalizzata sulla malattia con una concezione riduzionistica, simile a quella odierna. La scuola di Ippocrate prevalse proprio perché si occupava dell'uomo, mentre l'altra occupandosi delle malattie e non avendo gli elementi necessari per farlo si estinse, quella di Ippocrate proseguì. Alla base delle concezioni di Ippocrate c'era una filosofia profonda e pratica e un notevole buonsenso. I principi fondamentali erano di lasciar fare alla natura, cioè alla forza guaritrice della natura, di osservare attentamente il malato ed intervenire il meno possibile, fare attenzione all'alimentazione e alla salubrità dell'aria. Per eliminare lo squilibrio era necessario rimuovere la materia in eccesso, detta materia peccans. La malattia secondo Galeno Non si può essere un buon medico, sosteneva in uno scritto significativamente intitolato Quod optimus medicus sit quoque philosophus (Il miglior medico è anche filosofo), se non si conoscono logica, fisica ed etica, cioè l'insieme dell'autentica filosofia. D'altro lato, senza una solida base scientifica la filosofia si riduce a pura retorica e insanabile controversia di scuola, come accade inevitabilmente in quelle sue parti (la cosmologia, la teologia e la psicologia metafisica) che appunto si sottraggono per loro natura al controllo scientifico (De placitis Hippocratis et Platonis, IX, pp. 576-578; 586-590; 596-600). Medico e, dunque, filosofo, ovvero filosofo scientifico: così amava presentarsi. Egli scrisse decine di trattati su tutti gli aspetti del sapere medico, dall'epistemologia all'anatomo-fisiologia, dalla diagnostica alla terapia e alla farmacologia. Secondo Galeno, il problema della medicina ‒ tanto come sistema di sapere quanto come pratica professionale ‒ consisteva essenzialmente nella perdita di un orientamento unitario. La malattia secondo Pasteur Bechamp, collega di Pasteur, fui lui infatti che scoprì che i germi non sono la causa della malattia, ma si occupano solo di decomporre i tessuti in degrado e sono prodotti dall'organismo; di fatto sono gli spazzini dell'organismo. Lo stesso Pasteur in punto di morte disse ad un suo assistente: "Claude Bernard aveva ragione, il terreno è tutto, il microbo è nulla". Bechamp ha teorizzato il Polimorfismo dei batteri. Secondo lui i batteri possono trasformarsi in virus (proteine complesse di lipidi a DNA) a seconda del "Terreno", ossia dell'organismo in cui si trovano. Nel 1980 alcuni batteriologi (Sorin, Sonea, Panisset, Naessens) hanno confermato che il polimorfismo batterico era un fatto scientifico inconfutabile: "se si sconvolge il mondo dei batteri con il nostro intervento, le conseguenze possono arrivare a compromettere la vita sulla terra”. La malattia secondo Hamer 3a legge (sistema ontogenetico dei tumori e delle malattie oncoequivalenti) Il cancro (e la malattia) sono una risposta biologica ad un ordine sensato del cervello: la malattia è un programma speciale, biologico e sensato della natura. A seconda del tipo di shock subìto vengono interessate parti del cervello e relativi organi. Ogni conflitto, cioè, ha un suo preciso contenuto, che si definisce nell'istante dello shock. La diversità di questo contenuto è quella che determina o l'accrescimento dei tessuti o la piaga, l'ulcera. Ogni organo è collegato ad un ben preciso "relè" nel cervello: nell'istante dello shock questo relè si attiva e la malattia si manifesta contemporaneamente a livello psichico, cerebrale e organico. (Hamer) Dopo avere preso in considerazione le varie interpretazioni e punti di vista su ciò che è la malattia, vorrei parlare di Salute, perché è sapendo cosa è uno stato di salute, possiamo salvaguardare il nostro "terreno", in altre parola che ci suonano familiari... la nostra sana e robusta costituzione. Nella Naturopatia infatti, il terreno di costituzione è il luogo privilegiato sul quale il terapista può lavorare. Senza arrivare alla "pietrificazione" del concetto di costituzione, potremo condiderare l'individuo a partire dalla sua "Unità PNEIS", PiscoNeuroEndocrinoImmunoSprituale. La persona che approda alla Naturopatia, cerca perciò una risposta che non sempre si può trovare al di fuori dell'individuo. Molte volte pensieri, parole, gesti, azioni, controllo esagerato, silenzi prolungati, desideri inappagati, rancori e rimorsi ecc., creano dei presupposti che minano lo stato di Salute della persona. Il famoso psicologo C.G. Jung intuì che vi sono “uomini il cui destino è determinato in prevalenza dagli oggetti dei loro interessi, ed altri il cui destino è invece determinato piuttosto dalla loro propria interiorità, o soggettività” (C.G.Jung “Tipi psicologici”). "L’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli a cui si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito” (Jung).
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Ottobre 2016
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